Come capire cosa significa fare VERAMENTE innovazione? Con un caso concreto e l’esperienza cliente.

Parlare di innovazione per qualcuno è facile, per qualcuno è semplicemente cool (va di moda), per tanti comprenderla è terribilmente difficile.

In molti evoca scenari distruttivi (“un robot mi ruberà il lavoro”, uno dei più in voga), in altri scatena paure: paura di mettersi in gioco, di perdere quanto faticosamente raggiunto negli anni, paura di imparare e trovare qualcuno più giovane che sa fare meglio qualcosa. Se vuoi leggere come ci si mantiene al top con innovazione negli anni ti suggerisco la storia di Valentino Rossi.

Ma cosa significa fare VERAMENTE innovazione, in pochi ed in poche aziende l’hanno veramente capito e soprattutto messo in pratica.

Chi l’ha compreso e lo mette in pratica viene spesso definito con due termini inglesi che classificano (nel bene e nel male) lo spirito che ne guida l’azione: si parla infatti spesso di start-up disruptive.

Torniamo invece al caso concreto che ci spiega in maniera luminosa la via all’innovazione, con la storia di Tristan Watson il cui ruolo è “CEO @IgniteAccel, supporting early stage tech companies across the UK”.

Non conosco direttamente Tristan, lo seguo digitalmente ed ho letto il racconto di un fatto che gli è accaduto e che mi ha stimolato la riflessione.

Tristan è il fondatore di un acceleratore per start-up in UK e la sera del 28 giugno era a Londra in un pub con tutto il suo team di lavoro, ed alcuni imprenditori dell’acceleratore. Dopo due giorni di duro lavoro, volevano festeggiare insieme. Si sono ritrovati quindi per bere qualcosa e Tristan aveva con se il suo zaino con all’interno

Tutta la vita digitale e lavorativa nello zaino

“Macbook, iPad Pro, Go Pro 5, Canon 100D and 1TB HD con tutte le registrazioni degli incontri delle ultime giornate”; oltre a questo “passaporto, appunti, chiavi di casa e tre carte di credito: Amex, Mastercard, e MONZO”.

Ora io MONZO non la conoscevo, le altre due sono le compagnie più note di carte di credito, e qui viene il bello! Ma andiamo con ordine.

Tristan aveva quindi la sua vita in quello zaino, escluso il telefono che aveva in tasca. Si può discutere sul fatto di tenere le carte di credito nello zaino, ma questa è la sua abitudine. Il pub era pieno, e lo zaino lo posizione contro un cuscino vicino a lui, in modo da osservarlo facilmente.

Le chiacchere continuano, ogni tanto qualcuno scherza, e lo zaino è sempre lì…. Era lì, fino a un attimo fa! Dov’è lo zaino? Dov’è finita la vita lavorativa di Tristan? Scomparso in un attimo di distrazione.

Controlla meglio sotto il tavolo, chiede se qualcuno per caso l’ha preso per errore.. nulla. Anzi il proprietario del pub gli mostra il video ripreso dalle telecamere in cui si vedono due persone rubarglielo ed andarsene dal pub.

Qualcuno suggerisce a Tristan di attivare la localizzazione dell’Ipad: nulla è offline. Probabilmente i ladri sono in metropolitana dove non c’è copertura. Tristan decide quindi di andare nell’undergound Londinese per vedere se hanno lasciato tracce o sono ancora in zona, quando gli arriva una notifica da MONZO, un’app della sua carta di credito con la notifica della transazione e l’immagine del luogo dove avvenuta.

Notifica dell’acquisto tramite app MONZO

Tristan sa in tempo reale dove si trovano i ladri con il suo zaino.

Chiama UBER e sale al volo su un’auto già pagata dall’app del suo smartphone, evitando quindi la scena del “mi hanno rubato il portafoglio, aspetti qui che lo vado a recuperare e torno per pagarle la corsa”.

Durante il tragitto, altre notifiche di transazioni bloccate dall’app, e la notifica della connessione dell’Ipad alla rete: ora Tristan sa esattamente dove si stanno muovendo i ladruncoli grazie alla localizzazione GPS del suo tab.

Il punto preciso dove si trovano i ladri con lo zaino

Il racconto di Tristan continua e pare una storia crime tanto ben raccontata (a proposito ho detto a Tristan che se dovesse andargli male con l’incubazione delle start-up ha un presente come scrittore!) che se vuoi puoi leggere dalle sue parole sull’articolo di Medium che ha pubblicato.

Ti porto subito al lieto fine ed alle considerazioni sull’innovazione di cui ti ho parlato all’inizio del post.

Tristan ha raggiunto i ladruncoli, ripreso lo zaino e li ha messi in fuga. Restano solo le tre carte di credito che si sono tenuti in tasca: e qui viene il bello.

Sono passati circa 50 minuti dal furto, e appena tornato in possesso dello zaino si mette all’opera per il blocco delle carte di credito.

Scrive in chat a MONZO: gli comunicano che riaccreditano istantaneamente le transazioni effettuate e che nel giro di due giorni riceverà la nuova carta a casa sua.