Il valore dei MICROINFLUENCER: ecco i dati di un caso reale.

Se dico INFLUENCER sai di cosa parlo? e se ti dico MICROINFLUENCER?

Andiamo con ordine e parto dalla definizione di INFLUENCER: “individui con un più o meno ampio seguito di pubblico che hanno la capacità di influenzare i comportamenti di acquisto dei consumatori in ragione del loro carisma e della loro autorevolezza rispetto a determinate tematiche o aree di interesse”

Tradotto in termini meno tecnici, ma rapportati al web ed al digitale, sono individui che hanno un seguito di pubblico sui social e nel proporre prodotti o servizi che svolgono in proprio, o per conto terzi, ricevono un compenso in funzione del numero di interazioni che provocano.

Questo spiega il motivo per cui, ci sono aziende disposte a pagare per far promuovere i propri prodotti o servizi a personaggi del web con un vasto seguito di pubblico.

Se vogliamo pensare al mondo della televisione, hai probabilmente in mente il “testimonial”, lo sportivo, o l’attore pagato per presentare un prodotto raccontandone le migliori peculiarità: nulla di troppo diverso.

Arrivo quindi al MICROINFLUENCER ed anche in questo caso prendo a prestito la definizione: “consumatori di tutti giorni con un numero di follower che si aggira tra i 500 e i 5.000, caratterizzati da un elevato grado di engagement in relazione ai temi rilevanti“.

Se vuoi approfondire sul tema, ti lascio un post blog di Sara Daniele, che reputo interessante.

Anche in questo caso tolto tecnicismi e paroloni e arrivo a dirlo “in soldoni” e secondo la mia opinione: tutti noi siamo MICROINFLUENCER, tutti noi che abbiamo account Facebook in cui postiamo le nostre (dis)avventure, tutti noi che condividiamo su Instagram post di viaggi o cibi che ci sono piaciuti, tutti noi che lasciamo tracce su Linkedin delle nostre attività lavorative, o su Twitter cinguettiamo i nostri avvenimenti.

Ecco quindi che non vorrei limitare la categoria dei MICROINFLUENCER a specialisti di settore, o frequentatori assidui del web, ma estenderla a chiunque può condizionare (nel bene o nel male), le opinioni dei propri contatti, sia reali che digitali.

C’è un dato che mi ha sempre colpito, riguardo alle recensioni: un cliente soddisfatto di un prodotto o servizio ne parla a 10 amici o conoscenti, mentre se insoddisfatto ne parla ad almeno 30!

Di un caso di DIS-INFLUENCER, ovvero di lamentela pubblica di  un potenziale INFLUENCER, ti ho già parlato in questo post.

A questo punto potresti avere una domanda che ti ronza in testa: da cosa nasce questo desiderio di raccontare la soddisfazione o l’insoddisfazione?

Semplice: dall’ESPERIENZA VISSUTA.

Non dal prezzo, non dalla qualità, ma dall’esperienza di ciò che si è provato. Se non si tratta di un’esperienza, probabilmente non nasce il desiderio di condividere, sia in positivo che in negativo.

Il web ed i social hanno poi un potere enorme per amplificare la condivisione di esperienze, ed ecco il motivo per cui ti dico che siamo tutti MICROINFLUENCER!

Ti porto quindi i dati di un’esperienza vissuta personalmente, che giustifica con i numeri quanto ti ho appena raccontato.

Pochi giorni or sono, avevo un volo Ryanair che mi doveva portare da Parma a Cagliari; il volo era programmato per le 9.30 del mattino, per cui con sveglia all’alba ci (io ed i miei famigliari) siamo recati all’aeroporto di Parma per le 8.30 del mattino.

Dopo aver fatto le procedure di imbarco bagagli, ci hanno comunicato che l’aereo non era stato in grado di atterrare causa nebbia, ed era atterrato a Bologna.

Fin qui nulla di particolare: con la nebbia fittissima presente era prevedibile e giustificabile il mancato atterraggio.

Ma l’esperienza vissuta è stata terrificante:

  • dagli addetti aeroportuali ci è stato comunicato il mancato atterraggio
  • dopo alcuni minuti ci è stato detto di tornare a prendere i bagagli che il volo non sarebbe partito
  • ci è stato poi comunicato che avremmo potuto partire solamente alle 20:45, ovvero circa 12 ore dopo
  • non avendo altre informazioni, ci è stato comunicato di ripresentarci alle 19:00 circa

Dalla compagnia aerea Ryanair nessun tipo di informazione, nessuna scusa, nessuna attivazione di transfer in pullman Parma-Bologna, in modo da poter procedere a prendere il volo nell’arco di massimo un paio d’ore.

Esperienza cliente: pessima!

Decidiamo quindi di fare ritorno a Bologna, per ripresentarci in aeroporto alle 19:30 come indicato dagli assistenti di terra.

Alle 15:15 Ryanair comunica via sms di aver inviato una mail.

Già una prima complicazione nell’esperienza utente: se mi stai scrivendo con un canale, per quale motivo devi rimandarmi ad un altro canale? Puoi eventualmente mandarmi le informazioni su entrambi rafforzandole, ma per quale motivo devi rimbalzarmi da un canale comunicativo ad un altro?

La mail indicava di presentarci alle 16:30 all’aeroporto di Parma per poi prendere un pullman per Pisa e da lì decollare alle 21:00

Partiamo in tutta fretta e ci presentiamo puntuali a Parma; sono predisposti 3 pullman pronti a trasferire tutti i viaggiatori.

I primi due partono alle 17:00, mentre il terzo (il nostro) resta in attesa di eventuali ritardatari fino alle 17:40 su richiesta di Ryanair.

Alle 18:00 ci viene detto che saremmo restati ancora in attesa, essendoci clienti che non avevano acquistato il titolo di volo direttamente da Ryanair ma da agenzie di viaggio, quel giorno chiuse, quindi impossibilitate ad avvisare i rispettivi clienti.

Alle 19:00 partiamo per Pisa, alle 22:00 decolliamo, alle 23:15 arriviamo a destinazione, circa 12 ore in ritardo sul previsto.

In tutto questo, la compagnia aerea Ryanair a parte una mail di scuse per non essere riuscita a garantire il trasporto nei tempi indicati, ha garantito di essere in regola con la normativa europea sui voli.

Ecco che quindi arrivo ai dati di MICROINFLUENCER di cui ti ho parlato all’inizio di questo post.

Spinto dalla pessima esperienza cliente vissuta, ho condiviso 3 post sui miei account Facebook, Linkedin e Twitter, ed ecco i dati di interazioni raggiunte.

Parto da Twitter, su cui non sono particolarmente attivo: il post ha avuto 79 visualizzazioni con un altro utente imbufalito con Ryanair che mi ha scritto privatamente.

 

Su Facebook il post del mio profilo privato non ha dati di insight come accade per le pagine aziendali, ma si possono desumere facendo alcune valutazioni.

Nel post ci sono 6 interazioni (like o faccina arrabbiata) e 15 commenti.

Un dato che se ottenuto da una pagina, con circa 350 follower (io ho 700 amici), equivale ad una copertura di 180 persone.

Questo dato andrebbe quindi amplificato in funzione del numero maggiore di collegamenti, e delle maggiori interazioni possibili sui profili personali rispetto alle pagine dove sono volutamente limitate.

Posso quindi stimare sia stato visto da circa 350/400 persone della mia cerchia (non ci sono state condivisioni).

Ed ecco infine Linkedin, dove i numeri delle visualizzazioni sono presenti:

Il post ha raggiunto, grazie all’algoritmo ancora più permissivo rispetto a Facebook, alle condivisioni, ed alle interazioni oltre 6500 persone, non solo della mia cerchia.

 

Tutto questo, porta ad un totale di oltre 7000 visualizzazioni sulle mie pagine social!

Ecco il valore di essere un MICROINFLUENCER!

Ed ecco perchè ognuno può essere un MICROINFLUNCER!

Mi occupo di innovazione e digitale, web e social da 15 anni.

Inquesto blog parlo di come l’innovazione può portare semplificazione al lavoro.

Contattami se vuoi gestire l’innovazione nella tua azienda: non prometto miracoli, qualcosa possiamo fare insieme.