Crollo di Facebook: stavolta sul serio?

In un’estate che non ha riservato grandi novità dal punto di vista del web e dei social, la notizia più eclatante è stato il crollo delle azioni Facebook.

Il più grande crollo di sempre per un’azienda di Wall Street.

Il 20% della sua capitalizzazione perso in un giorno!

Ma non è il tema economico e finanziario che mi interessa valutare.

Quanto piuttosto il crollo dell’utilizzo di Facebook.

Quelli che vado a citare sono dati, quindi numeri, ed impressioni derivate da analisi personali.

Tutto ciò per arrivare a capire, se effettivamente è iniziato il calo di interesse, e di conseguenza se oggi ha ancora senso per un’azienda essere presente su Facebook.

Cercherò di rispondere a queste domande:

  • Serve ancora investire su Facebook?

  • Perché sempre più spesso viene preferito Instagram?

  • Perché i giovani stanno abbandonando in massa Facebook?

  • Perché molte aziende hanno abbandonato Facebook?

  • Cosa succederà adesso al social più famoso?

Cominciamo con il valutare unicamente la realtà italiana.

I numeri globali non sono infatti interessanti ai fini di questa valutazione, e sono fortemente influenzati dalla crescita in continenti in cui Facebook era ancora assente, come l’Africa.

Gli utenti attivi in Italia, sono circa 31 milioni, di cui 25 milioni attivi quotidianamente, anche grazie all’utilizzo da mobile che è preferito da oltre il 90% degli utilizzatori. (fonte Vincos)

Per capire la portata di questo dato, basti pensare come la piattaforma in seconda posizione di utilizzo sia Youtube che si ferma a 24 milioni di utenti attivi, seguita da Instagram a 14 milioni e Linkedin a 11 milioni.

Serve ancora investire su Facebook?

👉 Visti i numeri nudi e crudi, la risposta sembra semplice e scontata. Si

In realtà questi numeri nascondono alcuni aspetti da considerare:

  • Dal grafico appare evidente come le fasce di età sono nettamente sbilanciate verso gli over 36, che rappresentano il 60%
  • Facebook è quindi un social maturo, non più uno spazio per ragazzini perditempo come veniva considerato fino a qualche tempo fa
  • Se il target dei clienti della tua azienda ha più di 40 anni ha ancora senso prendere in considerazione Facebook

Perché sempre più spesso viene preferito Instagram?

Instagram è il social con la maggior crescita in corso.

Piace perché più nuovo rispetto a Facebook, molto più visuale essendo basato su foto e video, con maggior visibilità in termini di like e follower.

Essendo basato sugli # con la possibilità di seguire le tematiche a cui si è interessati, è di fatto aperto a tutti non solo agli amici.

L’algoritmo che ne regola la diffusione è ancora molto più aperto di quello di Facebook, e permette di soddisfare l’ego del “ho ricevuto tanti mi piace”.

Perché i giovani stanno abbandonando in massa Facebook?

Il grafico che ho aggiunto prima, non dice le differenze nell’ultimo anno:

fascia di età 13-18:  calo del 40%

fascia di età 19-24:  calo del 17%

fascia di età 25-29: calo del 12%

fascia di età 30-35: calo del 8%

fascia di età 36-45: calo del 8%

fascia di età 46-55: crescita del 10%

fascia di età over 55 crescita del 17%

Le fasce che stanno garantendo crescita di utilizzatori di Facebook sono gli over 46, mentre in tutte le altre fasce di età il calo è considerevole, ed è impressionante il -40% dei minorenni. (fonte facebook.com/ads)

Trovarsi nello stesso spazio virtuale di genitori e nonni, non piace ai teenagers.

Meglio accedere ad altri canali ancora più liberi.

Meglio utilizzare canali di comunicazione chiusi, come i gruppi di Whatsapp.

👉 Se la tua attività si rivolge ad under 30, Facebook potrebbe non essere più lo spazio web a cui dedicare attenzione ed investimenti.

Perché molte aziende hanno abbandonato Facebook?

Lo scandalo Cambridge Analytica, la presa di coscienza della quantità di informazioni gestite (non si sa bene come), l’attenzione portata al tema privacy dal GDPR, ha portato molte aziende a lasciare Facebook.

È noto il caso Unicredit, ma sono diverse le aziende che hanno preso la decisione di cancellare la propria pagina per motivazioni etiche sulla gestione dei dati personali.

Anche la saturazione di contenuti, sta portando molte pagine aziendali a ridurre le pubblicazioni infrangendo una regola storica dei social manager, che imponeva pubblicazioni quotidiane.

👉 Meglio pochi contenuti di qualità che tanti senza valore.

Cosa succederà adesso al social più famoso?

In molti stanno scrivendo il necrologio del re dei social da tempo.

E fino ad oggi non è mai accaduto nulla di quanto auspicato.

Che qualcosa stia cambiando sembra confermato adesso, troppi valori lo dimostrano:

  • Calo degli utenti più giovani
  • Calo delle ore trascorse
  • Crescita di altre piattaforme
  • Sentimento generale di disaffezione
  • Calo delle interazioni
  • Calo delle visualizzazioni di amici e pagine seguite, a scapito della crescita di contenuti pubblicitari
  • Aumento di contenuti falsi (fake news)

Ulteriori dati di questi giorni, riportati da Corcom, il 25% degli utenti americani ha disinstallato l’app Facebook nell’ultimo anno; prendendo in considerazione i giovani si arriva al 44% degli iscritti.

Torniamo quindi alla domanda principale?

Per un’azienda ha ancora senso puntare su Facebook?

Una delle caratteristiche del web è che i tempi sono rapidissimi, ed i cambiamenti continui.

Qualsiasi strategia pensata per il web, deve prevedere verifiche ed aggiornamenti in tempi ristretti rispetto ad altri canali, verificando risultati e sentiment della rete.

Facebook permette ancora di ottenere risultati nel breve termine, anche se sempre più esigui se non integrati in campagne a pagamento.

Qual’è la soluzione allora?

Non ci sono ricette magiche.

Contenuti, qualità, affidabilità e disponibilità sono gli aspetti principali cercati dai clienti.

👉 Contenuti e qualità: la creazione di community, l’interazione tra le persone coinvolte e la generazione di materiali realmente utili e di valore sarà premiante, indipendentemente dalla piattaforma utilizzata.

👉 Affidabilità: coerenza tra quanto promesso e quanto realizzato; mantenimento delle aspettative e delle proposte effettuate. Il web non perdona e non dimentica.

👉 Disponibilità: dal web ci si aspetta rapidità e soprattutto risposta. I social non gestiti, le richieste non esaudite, le domande non esaudite sono il peggior biglietto da visita di un’azienda.

Come accade in alcuni settori, ad esempio la telefonia, dove i clienti sono inferociti sule pagine Facebook degli operatori (ne parlo qui), e non vengono gestiti.

Oggi più che mai, con una saturazione di contenuti, un accesso continuo alla rete, diventa fondamentale avere i “giusti” follower, ovvero chi realmente interessato a seguire l’azienda ed in grado di promuoverla o acquistarne i prodotti.

Mi occupo di innovazione e digitale, web e social da 15 anni.

In questo blog parlo di come l’innovazione può portare semplificazione al lavoro.

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