Cos’è il metaverso? (E se è questo ci servirà?)

In questi ultimi mesi si è sentito spesso parlare di metaverso, ma esattamente cos’è il metaverso?

Per rispondere a questa domanda possiamo iniziare ad attingere ai primi contenuti, e trovare una definizione il più semplice possibile.

Secondo wikipedia: il metaverso è un’ipotetica iterazione di Internet come un unico mondo virtuale universale e immersivo, facilitato dall’uso di cuffie per la realtà virtuale (VR) e la realtà aumentata (AR).

Il termine “metaverso” nasce dalla crasi di due termini, “meta” termine adottato in età moderna per designare scienze o forme di considerazione teorica (meta) ed “universo”.

Di metaverso si è sentito parlare in maniera considerevole recentemente soprattutto quando il gruppo Facebook ha cambiato denominazione in “Meta” ed ha deciso di investire nelle tecnologie immersive e in software ed hardware collegati.

I primi approcci al metaverso.

Se devo dire a cosa mi fa pensare il metaverso oggi, mi torna in mente (e non credo di essere l’unico) Second life, il mondo di comunità virtuali nato ad inizio millennio come “vita parallela” dove muovere avatar in grado di interagire in ambiti normalmente non frequentabili.

Second life è ancora attiva ed (r)esiste in una nicchia di utenti sparsi per il mondo che apprezzano far vivere avatar in contesti irraggiungibili nel quotidiano.

Cosa troviamo nel metaverso oggi?

A leggere i numeri è un mondo già definito, interattivo, pieno di opportunità e di contenuti che aspettano solo di essere fruiti.

Sono scettico e non provo grande interesse, ma stimolato dalla newsletter di Gianluca Diegoli su LinkedIn (se non lo segui e ti interessano temi di marketing ti suggerisco di farlo), decido di approfondire e colgo il suo spunto dell’entrata nel metaverso di Prosciutto San Daniele.

E qui sorgono i primi dubbi: cosa fa un produttore e venditore di ottimi prosciutti nel metaverso?

Entro per andare a verificare di persona.

L’esperienza è fruibile solo da computer (no smartphone, no visori ecc) tramite https://lab.prosciuttosandaniele.it/  

All’ingresso mi attende un caricamento infinito….

Al termine del caricamento entro finalmente nel metaverso!

Mi trovo in quello che dovrebbe essere lo stabilimento di produzione e vago per la sala di stagionatura, o mi fermo davanti alla spiegazione del processo che porta a diventare il prosciutto stagionato, osservando da un monitor una stanza in cui è presente uno schermo che mostra un video descrittivo. Praticamente mi sembra di essere davanti alle prime prove di digitalizzazione delle foto stampate, quando si fotografava con una macchina digitale, una foto analogica.

In tutto questo non trovo la finalità, il valore aggiunto, il gusto ed il piacere di questa visita.

Mancano odori, sapori, il tatto che si sarebbero sviluppati in una reale visita nello stabilimento di produzione, e non ho trovato neppure lo stimolo a trasformare questa visita virtuale in reale.

Con questo non voglio dire che il metaverso sarà completamente inutile.

In altri contesti, come la visita ad un museo in realtà immersiva, potrei avere tutt’altra opinione.

O anche nel vivere un incontro sportivo vissuto direttamente da posizioni, luoghi unici e non avvicinabili normalmente, in modalità più realistica del solo vedere attraverso un monitor.

Ci sono altre aziende che hanno fatto il salto nel metaverso?

Per restare ad aziende italiane, ho trovato Lavazza che ha creato un’area all’interno di Roblox, un gioco interattivo che permette di giocare a calcio all’interno della Lavazza arena.

Anche Benetton ha creato un’area di gioco in cui scoprire modelli e prodotti della collezione.

Finalità diverse, più legate al brand ed all’interazione con i propri o futuri clienti, che riproposizioni vistuali (viste virtuali) di realtà che sarebbe veramente da visitare per apprezzarne tutto ciò che in virtuale non è possibile cogliere.

Mi occupo di innovazione e digitale, web e social da oltre 15 anni.

In questo blog parlo di come l’innovazione può portare semplificazione al lavoro.

Contattami se vuoi gestire l’innovazione nella tua azienda: non prometto miracoli, qualcosa possiamo fare insieme.